IO HO PAURA
LA PAURA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Io ho paura è la cosa più naturale che in questo momento delicato delle nostre vite abbiamo pronunciato tutti almeno una volta.
Io Ho Paura è la consapevolezza che tutto ciò che accade è vero ed è reale.
Io Ho Paura è l’emozione che oggi, più che mai, ci unisce nonostante le distanze.
Io Ho Paura è l’espressione di comportamenti volti per la nostra sopravvivenza.
Io Ho Paura è il manifesto della vulnerabilità umana.
Io ho paura è la volontà di lottare con tutte le proprie forze.
Io ho Paura è ciò che ci fa affrontare gli attuali pericoli con coraggio e coscienza.
Io ho Paura è l’eco di una persona coraggiosa, che sa di aver paura e per questo sa quello che deve fare.
La Paura è un’emozione molto forte che ha una funzione fondamentale: ci fa sopravvivere.
In termini evoluzionistici, di fatti, la specie umana ha acquisito la paura per poter prevenire i pericoli e quindi fronteggiarli.
Oggi, più che mai, tutta la nostra generazione è la prima volta che si trova davvero ad affrontare un pericolo reale così spaventoso. Certo, molti di noi, nelle proprie singole vite, hanno già sperimentato cosa vuol dire davvero “aver paura”. Immaginiamo chi ha rischiato di morire per una malattia, o per un incidente. Beh, probabilmente se quelle persone sono sopravvissute, lo hanno fatto anche grazie alla paura, alla quella primordiale emozione, che gli ha permesso di “chiedere aiuto”, che gli ha permesso di “fare un controllo”, o che gli ha permesso di prevenire una terribile catastrofe.
Oggi, tutto questo, è profondamente mutato. Oggi non sono solo ad aver paura. Oggi abbiamo tutti paura!
Questa visione collettiva della paura, purtroppo non crea sempre benefici, ahimè.
Siamo diventati noi stessi vittime della nostra paura, un po’ come dire: “Ho paura di aver paura”.
E questo genera, come effetto domino, una serie incontrollata e compulsiva di comportamenti umani tesi non più a fronteggiare il vero e reale pericolo, non più a prevenire il rischio, ma clamorosamente ad aver paura di sopravvivere, a preoccuparsi di non dover temere niente e nessuno, perché “se ho paura allora vuol dire che qualcosa dentro di me è sbagliato, qualcosa dentro di me non sta funzionando”. E quindi, uno dopo l’altro, si innescano pensieri catastrofici inerenti a morti improvvise, virus fulminanti che ci pervadono anche solo respirando aria, visioni di città devastate e appestate, pensieri negativi e pregiudizievoli verso gli altri, e tante altre convinzioni che finiscono con l’innalzare al massimo, oltre la soglia fisiologica di base, l’emozione della paura, e quindi il panico.
Quindi ho pensieri catastrofici, provo una fortissima emozione di paura e di ansia, e che cosa faccio???????
Affollo i treni perché “rischio di morire”, affollo i supermercati perché “rischio di morire”, affollo gli uffici postali e le banche perché “rischio di morire”, affollo i tabacchi perché “rischio di morire”, affollo le farmacie perché rischio di morire. Risultato????? Probabilmente non morirò, ma sicuramente avrò contratto il virus! Questo è il classico esempio di cosa succede quando la nostra emozione primordiale e fisiologica, la paura, viene trasformata e ingigantita fino al Panico.
Tutto questo lo abbiamo creato noi, attraverso i nostri pensieri e le nostre convinzioni talmente irrazionali e irrealistiche che abbiamo dovuto mettere in atto altrettanti comportamenti disfunzionali e irrazionali per dover placare, seppur solo per un istante, quell’onda di terrore e di panico che ci ha attraversato l’anima.
Tutto questo non è Paura, tutto questo è Panico e Contagio Psicologico Collettivo.
Dunque, cosa possiamo fare?
Dobbiamo aver paura.
Cioè? Che Vuol dire aver Paura? E perché questa emozione dovrebbe salvarci la vita?
Immaginate di trovarvi in una strada buia, da soli, mentre tornate a casa. In quel momento come vi sentite? Che cosa provate a livello emotivo? Beh, sicuramente un po’ di preoccupazione, tensione muscolare. E perché? Perché, proprio in quell’istante, automaticamente, il nostro corpo ci viene in soccorso, attraverso l’emozione della Paura e l’attivazione del nostro corpo.
Tutto questo per Salvarci la vita!
Ma andiamo nel dettaglio.
C’è un luogo, una situazione che stiamo vivendo: “Sono solo, camminando verso casa, in una strada buia”.
In quel momento, nella mia mente si susseguono delle immagini, dei pensieri: “Se dovesse fermarmi qualche sconosciuto? Se qualcuno volesse farmi del male, rapinarmi?”
Domande, pensieri tutto sommato razionali, ossia adeguati e corrispondenti alla realtà in cui viviamo. E’ evidente preoccuparsi ed aver paura quando siamo da soli in una strada buia, il pericolo è tangibile, le cronache di tutti i giorni ci raccontano di rapine e aggressioni a gente comune. Abbiamo le prove reali e concrete che la nostra paura è giustificata, è funzionale.
Di lì a poco, il messaggio che inviamo al nostro corpo, attraverso i nostri pensieri (“Se qualcuno volesse farmi del male?”), ci mette in allerta, ci fa sperimentare la cosiddetta “Paura”, l’emozione fisiologica che ci salva la vita. Come?
Il nostro corpo inizia ad attivarsi, il cuore batte più forte per incrementare il flusso del sangue e inviare rapidamente zuccheri e ossigeno ai diversi organi e muscoli, i quali, a loro volta, inizieranno ad irrigidirsi. Sono in tensione e pronti a scattare, se necessario. Stanno ricevendo zuccheri e ossigeno che ne garantiscono le prestazioni.
In termini comportamentali, quindi, la persona che attraversa una strada buia, da sola, mentre torna a casa, è vigile, si volta di tanto in tanto dietro per vedere se qualcuno lo segue, tutti i suoi sensi (udito, vista, in primis) sono attenti a percepire cambiamenti nell’ambiente circostante, accelera il passo per tornare il prima possibile a casa.
In altri termini, sta agendo per “sopravvivere”.
Se lo stesso individuo non avesse interpretato la situazione: “Sono solo in una strada buia mentre torno a casa” in “quindi devo fare attenzione, quindi è normale che io sia preoccupato o abbia paura”, non avrebbe, molto probabilmente, messo in atto tutti quei comportamenti protettivi (Voltarsi in dietro, essere vigile, accelerare il passo) che gli avrebbero permesso di salvaguardare la propria incolumità fisica.
Questa è la paura fisiologica, quell’emozione primaria e fisiologica che, in quanto appartenenti alla specie umana, ci ha permesso di evolverci in individui razionali e capaci di fronteggiare e prevedere i pericoli reali della vita.
Abbiate Paura, non temete che essa possa prendere il sopravvento e farvi perdere il controllo della situazione. La paura è la vostra salvezza, è la vostra arma contro i pericoli.
Ciò che dovete “temere” e, di conseguenza, mettere in discussione sono i vostri pensieri e le vostre convinzioni irrazionali rispetto alle situazioni. Perché queste ultime saranno la causa del vostro panico, della vostra paura incontrollata, e dei vostri comportamenti disfunzionali.
Quindi:
ATTENERSI AI FATTI, CIOE’ AL PERICOLO OGGETTIVO
Il coronavirus è un virus contagioso, ma come ha sottolineato l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) su 100 persone che si ammalano la maggior parte guarisce spontaneamente o ha solo problemi lievi. Le misure collettive eccezionali (restare a casa, esercizi commerciali e scuole chiuse) scaturiscono soprattutto dalla esigenza di arginare la pandemia ed evitare il collasso delle strutture ospedaliere.
NON CONFONDERE UNA CAUSA UNICA CON UN DANNO COLLATERALE
Le situazioni più gravi o i decessi sono per lo più dovuti all’azione congiunta di più problemi di salute, non sono causati solo dall’azione del Coronavirus, così come è successo e succede nelle forme influenzali che registrano decessi ben più numerosi.
FARSI PRENDERE DAL CONTAGIO COLLETTIVO DEL PANICO CI PORTA A IGNORARE I DATI OGGETTIVI E LA NOSTRA CAPACITA’ DI GIUDIZIO PUO’ AFFIEVOLIRSI
Molti provano ansia e desiderano agire e far qualcosa pur di far calare l’ansia, e questo può generare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi. Pur di far qualcosa, spesso si finisce per fare delle cose sbagliate e a ignorare azioni protettive semplici, apparentemente banali ma molto efficaci, come quelle suggerite dalle Autorità sanitarie.
MANTENERE LE RELAZIONI SOCIALI RIMANENDO A DISTANZA
Nella vostra sfera familiare, di amici, di colleghi, di conoscenti, individuate i contatti su cui fare affidamento. Accordatevi per seguire quotidianamente almeno una o due chiamate o videochiamate in modo da poter mantenere il contatto anche con l’esterno della vostra abitazione e della vostra quotidianità.
IMPOSTARE UNA ROUTINE
Le abitudini quotidiane sono state stravolte, è indubbio. Ciò può condurre alla “perdita della bussola” nelle semplici azioni quotidiane, con il rischio di rimanere a letto o sul divano anche laddove non sussista uno stato di stanchezza o necessità di riposo. E’ essenziale riprogrammare la propria routine, e rispettare in modo rigoroso gli orari decisi: anche questo è un richiamo alla responsabilità, ma è una responsabilità che assumete nei confronti di voi stessi. Pertanto oltre a programmare telefonate o videochiamate con contatti di fiducia, il tempo quotidiano deve e può essere impiegato per svolgere altre attività.
MANTENERE L’IGIENE PERSONALE
E’ importante lavarsi quotidianamente, non solo le mani. Prendetevi cura di voi e di chi vi sta vicino, nel caso in cui viviate con qualcuno. Mantenete una rigorosa e corretta igiene intima e igiene orale (i dentisti, come altri professionisti sanitari, lavorano a ranghi ridotti e a scaglioni e pertanto è indispensabile non lasciarsi andare a pratiche scorrette o lascive).
NON SALTARE I PASTI
Non andrebbe mai fatto a prescindere, ma restando a casa a taluni potrebbe succedere. Al contempo razionalizzate e non abusate né di cibo, né di caffeina, né di alcool, né di sigarette: un conto sono i piccoli sfizi, ma tentare di colmare i vuoti con questi prodotti, sul lungo periodo, è pericoloso per la vostra salute.
RISPETTARE GLI ORARI DI LAVORO DA CASA
Chi sta temporaneamente lavorando da casa rispetti rigorosamente gli orari di lavoro: mettersi sulle spalle una mole di lavoro superiore solo perché “tanto non si ha altro da fare” significa togliere tempo a tutte le restanti attività che possono giovare psicologicamente alla sfera individuale e, produttivamente parlando, inficiare la resa e la qualità del lavoro.
DEDICARE TEMPO ALLO SVAGO
Leggere, scrivere, disegnare, ascoltare musica, cucinare, guardare film, serie tv, giocare (sì, vale anche per gli adulti) e svolgere attività fisica dentro casa è possibile ed è importante per non farsi sopraffare dalla paura o dalla noia. A ciò si può aggiungere la possibilità di ottimizzare gli spazi della casa: riordinare armadi e dispense ed eliminare il superfluo.
PULIRE CASA
Come consigliato dall’Istituto superiore di sanità è altrettanto importante prendersi cura degli ambienti chiusi in cui viviamo o lavoriamo. E’ essenziale garantire il ricambio dell’aria negli ambienti e pulire adeguatamente tutte le superfici.
ESPONETEVI ALMENO MEZZORA ALL’ARIA
In particolare nelle giornate di sole, dedicate almeno mezzora all’esposizione alla luce solare e all’aria aperta. Questo non vuol dire “uscire di casa” ma passare tempo sul balcone o alla finestra. L’esposizione alla luce solare, senza esagerare, è utile per sviluppare la vitamina D, essenziale per il corretto funzionamento del sistema nervoso e per le ossa. Inoltre, l’esposizione all’aria aperta da finestre o balconi è importante per cambiare prospettiva e visione, al di là delle mura domestiche: utilizzate questo tempo per respirare profondamente, rilassarvi, e concentrarvi sul “qui ed ora” e sul respiro, razionalizzando la paura e facendo defluire lo stress accumulato.
RIDURRE L’AUTO ESPOSIZIONE ALLE NOTIZIE
Cercate di esporvi alle notizie 1 massimo 2 volte al giorno, evitate il sovraccarico informativo che rischia di compromettere il vostro umore, le vostre emozioni e la vostra psiche. Questo è possibile riducendo l’uso dei social network, utilizzando canali informativi istituzionali ufficiali. Di massima importanza è la riduzione dell’uso delle chat di Whatsapp dove spesso circolano messaggi e informazioni non corrette: oltre a evitare di diffondere il virus, evitate di diffondere messaggi o comunicazioni non ufficiali e fuorvianti e, in qualsiasi caso, prima di diffonderle controllate che siano veritiere e fondate per il bene vostro e di chi vi sta intorno, anche a livello digitale.